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La chiusura all'ascolto e il silenzio interiore racchiudono un mondo fertile di domande sul senso, un mondo che non si può condividere facilmente. Ma, sfidando ogni tempo, potremmo tentare di trovare un equilibrio tra la percezione del nostro vissuto, che accompagna emozioni e sentimenti e vive nel corpo, e la percezione che lo sguardo altrui ci proietta addosso. Creare spazi neutri di incontro diventa essenziale per dare voce e visibilità a chi è nell'ombra o costretto al silenzio per liberare la mente da immagini distorte che si fissano nel tempo dando vita a convinzioni, pregiudizi, forme di intolleranza in una dimensione reale che ci sembra l'unica possibile, immodificabile. "Ritessere i fili dell'agire umano nella vita quotidiana" per prendere coscienza della percezione dell'esperienza del tempo, racchiusa nella spirale della memoria storica, "movimento essenziale dell'esistenza" che assegna al presente un valore inestimabile. Un presente capace di ricomporsi, affinché ciò che è stato acquisito, interiorizzato, istituzionalizzato possa non essere dato per scontato.